Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.2.djvu/307

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capitolo xxxii 297

sta volto con le spalle; lo raggiunge un altro e gli dà qualche bastonata, e subito data fugge via e non aspetta, e l’altro lo insegue ma non lo arriva; quegli che fu bastonato ha ricetto un torto, non un affronto, perchè l’affronto ha da essere sostenuto: se quello che diede le bastonate, benchè a tradimento, avesse posta mano alla spada, e non si fosse mosso, mostrando la faccia al nemico, il bastonato sarebbe rimasto ingiuriato ed affrontato insieme: ingiuriato per le bastonature a tradimento, affrontato perchè quello che lo bastonò sostenuto avrebbe il fatto suo senza volgere le spalle. Quindi giusta le leggi del maledetto duello io potei essere ingiuriato, ma non affrontato, perchè nè i fanciulli nè le donne non sentono un oltraggio; nè possono fuggire, nè v’ha cagione per la quale debbano attender a piè fermo: e lo stesso si può dire di coloro che sono costituiti ecclesiastici, mancando tutti e tre questi generi di persone delle armi offensive e difensive; e quindi benchè sieno obbligati naturalmente a schermirsi, non hanno però alcun debito di fare offesa ad alcuno. Ma sebbene io abbia detto poco fa che potea ricever ingiuria, potrei anche sostenere l’opposto, perchè penso che colui che non può ricevere affronto meno lo possa fare: per le quali ragioni io non debbo sentire nè sento quello che mi ha detto questo miserabile ecclesiastico e null’altro avrei voluto se non ch’egli aspettasse un poco per fargli conoscere l’errore in cui vive, pensando e dicendo che non furono giammai, nè vi sono al mondo erranti cavalieri. Oh se lo avessero udito un Amadigi o alcuno degl’infiniti suoi discendenti, io so bene che sua signoria l’avrebbe passata male! — Scommetterei, disse Sancio, che gli avrebbero dato coltellate tali da spaccarlo per mezzo come un melo granato o come un poppone molto maturo. Immaginatevi se avrebbero tollerato questa sorta di burle! Per questo segno di croce io giuro che se Rinaldo di Montalbano avesse sentito a cinguettare questo uomiciattolo gli avrebbe pestato il grugno in modo da farlo stare zitto per tre anni; e se poi fosse venuto ad azzuffarsi con loro, avrebbe veduto se scappava più dalle loro mani„. La duchessa scoppiava dal ridere udendo Sancio così parlare, e lo giudicava, per suo avviso, più grazioso e più pazzo del suo padrone, nè furono pochi quelli ch’ebbero allora la stessa opinione. Si acchetò don Chisciotte al fine, e terminò il pranzo. Allo sparecchiarsi della tavola giunsero quattro donzelle, l’una con bacino, l’altra con mesciroba di argento, l’altra con due bianchissimi e finissimi sciugatoi sulla spalla, e la quarta, sbracciata sino al gomito, che tenea nelle sue mani bianchissime, tonda palla di sapone napoletano. Si avanzò quella del bacino, e con gentil garbo e disinvoltura lo sottopose alla barba di don Chisciotte, il quale senza

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