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CAPITOLO XLIII.


Dei secondi consigli dati a Sancio Panza da don Chisciotte.



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ual sarebbe mai l’uomo che avendo ascoltato il ragionamento di don Chisciotte giudicato non lo avesse persona di molta saggezza e delle più rette intenzioni? Più volte si è veduto nel corso di questa istoria che egli usciva del seminato subito che si toccavano i discorsi di cavalleria, ma in ogni altro proposito mostrava chiaro e acuto discernimento; di maniera che ad ogni passo le opere discreditavano il giudizio, ed il giudizio faceva contrasto alle opere. In questi secondi insegnamenti che diede a Sancio, mostrò di avere molto bel garbo, e fece giugnere all’apice nel tempo stesso la sua discrezione e la sua pazzia. Stavalo Sancio attentamente ascoltando, e procurava di tenere a mente i consigli, come colui che era deciso di seguirli fedelmente, e la loro mercè di condurre a buon termine questa faccenda del suo governo. Proseguì pertanto don Chisciotte nella seguente maniera:

“Passando a trattare di ciò che si appartiene al governo della tua persona e della tua casa, quello che ti raccomando, o Sancio, prima