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CAPITOLO XLVI.


Formidabile terrore che diedero i campanacci ed i gatti a don Chisciotte
nel progresso degli amori della invaghita Altisidora.



NN

oi lasciammo il gran don Chisciotte ravvolto ne’ pensieri che gli aveva risvegliati la musica della innamorata donzella Altisidora. Tornò a letto con questi; e, come importune pulci, non lo lasciavano dormire nè riposar un momento: e vi si aggiungevano anche gli altri delle sue rotte calzette: ma siccome vola il tempo, e non vi ha cosa che lo trattenga, perciò passarono le ore della notte come lampo, e presto giunsero quelle della mattina. Al suo apparire lasciò don Chisciotte le morbide piume; e per nulla infingardo si pose indosso il suo camozzato vestito, e si calzò gli stivali da campagna per ricoprire la disgrazia