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CAPITOLO XLVII.


Seguita il racconto del modo con cui conducevasi Sancio Panza nel suo governo.



LL

a istoria racconta che dal Consiglio passò Sancio ad un superbo palazzo dove trovavasi in magnifica sala allestito regio e sontuoso banchetto. Appena Sancio vi mise il piede, che suonarono i pifferi, ed uscirono quattro paggi a dargli l’acqua alle mani ricevuta da lui con molta gravità. Cessò la musica, si assise Sancio a capo di tavola, perchè non eravi che una sedia sola ed un solo servito. Restò ritto accosto a lui un personaggio, che disse poi di essere il medico, tenendo una bacchetta di balena in mano. Alzarono una ricchissima e bianca tovaglia con cui stavano coperte le frutte e molte diversità di cibi e di manicaretti. Uno, che pareva studente, diede la benedizione, ed altro paggio mise un bavaglio trinato a Sancio; altro uomo che faceva lo scalco, gli mise davanti un piatto di ghiottonerie; ma non n’ebbe egli appena mangiato un boccone che colui dalla bacchetta toccò il piatto con essa, e questo gli fu tolto via