Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.2.djvu/78

Da Wikisource.
68 don chisciotte

mia progenie: e c’è di più ch’io ho conosciuto e penetrato per le sue buone opere il desiderio che ha la signoria vostra di beneficarmi: che se io mi sono impuntigliato di sapere con qualche precisione quanto dovrei guadagnare in conto di salario, ciò non è stato altro che per compiacere mia moglie, la quale, quando si è fitta in capo una cosa, non v’è cerchio che tanto stringa la botte com’ella stringe altrui a voler quello che vuole; ma finalmente l’uomo ha da esser uomo, e donna la donna. E giacchè sono uomo, e non lo posso negare, voglio esserlo in casa mia ad ogni patto: dunque non resta altro se non che la signoria vostra faccia il suo testamento col codicillo ordinato a modo che non possa esser rimbocato; e mettiamoci subito in viaggio, affinchè non ne soffra l’anima del signor Sansone, che dice essere mosso per coscienza a persuadere alla signoria vostra questa terza uscita in campagna: io mi offro nuovamente a servirla con ogni fedeltà e formula legale sì bene e nel miglior modo che mai scudiere al mondo abbia servito errante cavaliere nei presenti e nei passati secoli„. Restò il baccelliere maravigliato nel sentire il parlare di Sancio Panza; mentre tuttochè avesse letta la prima parte della istoria del suo padrone, non avrebbe pensato mai che sì grazioso foss’egli com’era quivi dipinto. Sentendolo a parlare e a dire: testamento e codicillo ordinato a modo che non possa essere rimbocato; in vece di: testamento e codicillo che non possa essere rivocato; prestò credenza a tutto ciò che avea letto, e tenne Sancio per uno dei più solenni scimuniti dei nostri tempi. Disse tra sè: Due pazzi di simil tempra, come padrone e servitore, non si vedranno mai più! Finalmente Sancio e don Chisciotte si abbracciarono rassodando la loro amicizia, e col parere e coll’approvazione del gran Carrasco, ch’era per allora l’oracolo, si stabili che la partenza seguirebbe dopo tre giorni, e che intanto si appresterebbe l’occorrente al viaggio, e si provvederebbe una celata con buffa che don Chisciotte trovò necessario di portar seco ad ogni costo. Sansone gliela offerì, perchè sapeva che un suo amico non si sarebbe rifiutato di dargliene una che aveva, tuttochè la ruggine l’avesse resa più nera che bianca.

Sono indicibili le maledizioni che la serva e la padrona scagliarono contro il baccelliere; si strappavano i capelli, si graffiavano il viso, ed alla foggia delle prefiche1 di un tempo si querelavano della partenza del loro signore come se trattato si fosse della vera sua morte. Sansone intanto persuadeva don Chisciotte a partire un’altra volta per mandare ad esecuzione quanto narrerà la storia più

  1. Donne che a prezzo accompagnavano piangendo i morti alla sepoltura.