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118 i marmi - parte prima


le rose e i fior vermigli,
Alba i ligustri e i gigli:
ma altre arme non fia mai con che m’assaglia
Amor né altro legame ond’ei mi stringa,
88benché tornasse ancor Dafne e Siringa. —
     Di nuovo Amor scherzando come pria,
d’alto diletto immenso
91n’empie e conferma il dolce affetto ardente.
Cosí le notti mie lieto dispenso;
e pria ch’io faccia da la donna mia
94partita, veggio al balcon d’oriente
da l’antico suo amante
l’Aurora vigilante
e gli augelletti odo suavemente
lei salutar ch’ai mondo riconduce
99nel suo bel grembo la novella luce.
     Canzon, crescendo con questo ginebro
mostrerai che non ebbe unqua pastore
102di me piú lieto o piú felice amore.

Niccolò. Oh che bella canzone! mai senti’ meglio! E mi piace, perché l’è scritta bene e senza tante sorte di punti, con còme solamente. Cascar possi la penna di mano a chi non la scrive come la sta qui appunto! Oh che bella canzonetta amorosa! Io ve n’ho un obligo eterno.

Varlungo. Ella è certo bella; ma perché ogni bel gioco rincresce, io voglio leggervi un capitolo del mirabile Orsilago, che non è due ore che egli è stato portato da Livorno. A ogni modo la lira non si può adoprare; e cosí or con stanza or con sonetti or con canzoni avremo passato il tempo fastidioso.

Nuto. Or leggi, via, e dacci spasso tosto.