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ragionamento settimo 123


sí travagliato è l’infelice legno,
perché l’abbatton giorno e notte l’onde
e cresce la fortuna e ’l brutto tempo.
4.
     Poi, quando io prego il ciel che mi dia tempo
ch’io possi amainar la rotta vela,
allora il vento rio mi gonfia l’onde
e confonde il pregar in quello stato;
cosí riman piú che perduto il legno,
per non poter seguire il suo buon fine.
5.
     Ed io, che pur desidro andare al fine,
comincio a confortarmi in sí mal tempo
e tento alleggerir lo stanco legno;
ma contrari mi son l’onde e la vela
e ’l timon lascio solo in reo stato,
tal che la nave se ne portan l’onde.
6.
     Se ’l cielo, adunque, non mi ferma l’onde,
tardi giunge novella del mio fine.
O dell’amara vita, o del mio stato,
O Fortuna crudel, che sí per tempo
hai smarrito il sentier della mia vela
e rotto in mille parti il debil legno!
7.
     Signor, che l’onde arresti e guidi il legno,
deh porgi al fine un vento alla mia vela
e cangia il tristo tempo in buono stato.

Niccolò. Padre Stradino, ancóra che la non abbia quello che si conviene a sí fatta testura, la mi piace, per esser uscita di persona naturale come voi; e vi fo certo ancóra che ci son parecchi dozzine di versificatori che non la pestano cosí bene.

Nuto. A me piace ella. Ora mettiam mano a qualche sonetto, e poi ci piglieremo per un gherone.