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ragionamento della stampa 185


Lollio. Ella non è stata fuori di proposito, e poi questo saltare di palo in frasca è ordinario dei discorsi piacevoli e fatti per piacere, non per acquistar fama.

Coccio. Se ben mi ricordo, io era entrato a dire dei danni c’ha fatto la stampa agli uomini del nostro tempo; per che, volendo seguire apresso, dirò che l’aver tante leggende fra’ piedi, ci hanno fatto salir su questi scartabelli, e, pensando d’alzarci, siamo stramazzati in terra e dato di mano in questi scritti che dell’inchiostro della stampa erano freschi e ci siamo tutti tutti imbrattati di nero il ceffo, talmente che siamo beffati bene spesso in cambio d’esser lodati.

Lollio. Come potete voi dire che il gran numero de’ libri e la lezione delle cose diverse faccia danno ai begli intelletti e non piú tosto arricchisca la mente e la riempia di bei concetti e di rare invenzioni?

Coccio. Provate a essere a una tavola dove sieno infiniti cibi diversi e la maggior parte cattivi, vedrete come voi v’acconcierete il gusto e lo stomaco: nel tórre un boccon qua e un lá, alla fine non saperete che sapore si sia il buono né allo stomaco il cibo utile. La selva de’ libri che ci si para inanzi come un giardino di molti frutti, ha pochi arbori da cavarne costrutto: chi torto, qual mezzo secco, uno marcisce e l’altro punge e puzza; onde non v’è tempo da côrre poi de’ frutti buoni, se pur se ne trovano alcuni. Ma se l’uomo pascesse il suo intelletto di ottima dottrina, che ne’ pochi libri è riposta, egli partorirebbe poi frutti degni di merito e d’onore. Questo accade forse a’ nostri tempi o no? Se non è vero ciò che io dico, guardate quanti intelletti vengano oggi a perfezione; il che non avveniva a quella veramente etá aurea d’Augusto, quando fiorirono le scienze e l’arti.

Crivello. Messer Francesco, molte altre cose e di maggior forza forse n’hanno la colpa, le quali credo che non faccia mestiero esser raccontate a voi uomini d’ingegno e di valore; per che giudico bene che ripigliate la materia della quale ragionavate.

Coccio. Il presente discorso era tuttavia nel farvi conoscere il danno che n’ha fatto la stampa; perché, continuando