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RAGIONAMENTI ARGUTI

FATTI AI MARMI DI FIORENZA.

Guasparri Faldossi, Francesco Scappella
e maestro Mazzeo medico.

Guasparri. Maestro mio eccellente, se voi mi dite di sífatte belle cose, io vi prometto di lasciare il forno e venirvi dietro per udirvi favellare. E’ si diceva bene che nella medicina voi valevi molto, ma del dire cose argute o raccontarle d’averle udite dire mai vi fu attribuita tanta lode.

Francesco. Io ve lo avrei saputo dire: maestro Mazzeo sa quel che si può sapere d’ogni cosa.

Mazzeo. Da che io ve ne ho dette di molte delle mie, vo’ pur farvene udire alcune altre che non sien delle mie.

Guasparri. E io volentieri ascolterò: e chi vuole infornare pane, inforni; oggi mai io sto bene, e per esser lá da Orbatello stramano, vo’ dar via la casa e la bottega e ritirarmi un poco piú in verso il corpo della cittá. Or seguitate.

Mazzeo. Come io v’ho detto, stetti a Carrara alcuni giorni a far quella cura. Il cavalieri faceva a punto cavare i marmi; e, dopo molte cose dette, io gli dimandai una volta quali erano stati i piú bei marmi che si fossero cavati da Carrara. Egli, che ha il cervello sottile, non attinse a bianchezza o bellezza di pietra, ma disse un’altra cosa: — Io credo che i piú bei marmi che fusser mai cavati da Carrara sien quegli che Michel Agnolo mirabilissimo ha lavorati nella sagrestia di San Lorenzo, e principalmente que’ due capitani sopra le sepolture. — Il cavalieri