Pagina:Doni, Anton Francesco – I marmi, Vol. I, 1928 – BEIC 1814190.djvu/31

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ragionamento secondo 25


Il Ghioro e Borgo.

Ghioro. Vedete a quel che è condotto il mondo, poi che non si può lèggere piú cosa nessuna piena di dottrina o di bontá, che ciascuno alle tre parole la scaglia lá! Egli ci bisogna oggi piú arte a scrivere un libro che pazienza, piú strolagare il cervello a mettergli un titolo bizzarro, acciò che tu lo pigli in mano e ne legga due parole, che a compor l’opera. Va, di’ che le persone tocchino uno scartafaccio che dica Dottrina del ben vivere o Vita spirituale; Dio te ne guardi! Fa pur che la soprascritta dica Invettiva contro a un uomo da bene, Pasquinata nuova, Ruffianesimi vecchi o Puttana perduta, che ciascuno correrá a dargli di piglio. Se il nostro Gello, volendo insegnare mille belle cose di filosofia utile al cristiano, non diceva Capricci del Bottaio, non sarebbe stato uomo che gli avessi presi in mano; e’ poteva ben mettergli nome Amaestramenti civili, o Discorsi divini, che il libro aveva fatto il pane; pur quel dir Bottaio e Capricci, ogni uno dice: io vo’ veder che anfanamenti son questi. Ancóra il Doni, se non diceva La zucca, madesi, che l’avrebbon letta! Pur tócco un libro maladetto! Se non si diceva Mondi, la carta era gettata via; ma la gente, come la si sente grattare con qualche sofistico titolo l’orecchia, la s’impania la borsa súbito. Questo dir Marmi, fará che le brigate urteranno tutte. Se alla Filosofia morale, e Trattati, era lasciato, dall’academia, dargli le soprascritte a lui, diceva Girelle delle bestie antiche, appropriate alle girandole degli animali moderni.

Borgo. Io sono un di quegli che compro e leggo piú volentieri Buovo d’Antona che la Poetica d‘Aristotile, le Pistole di Seneca o il Trattato del ben morire, perché la mia professione è armeggiare e non esser guardiano di compagnie come voi. A voi sta bene le Prediche sopra Amos in mano e a me il Furioso, perché voi fate le dicerie per amor di Dio e io armeggio il primo di di maggio per piacere agli uomini.