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Pagina:Doni, Anton Francesco – I marmi, Vol. II, 1928 – BEIC 1814755.djvu/127

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122 i marmi - parte terza


quello che li bisogni fare nella vita; benché ancóra il medico non solamente curi, ma ancóra ammonisca gli occhi infermi, e dice allo infermo: — Non ti bisogna súbito commettere la inferma vista alla maggior luce; prima, dalle tenebre procedi all’ombra, poi ardisci alquanto piú e a poco a poco avezza la vista a patire la chiara luce; non studiare dopo il cibo; non comandare con gli occhi pieni di ira e gonfiati; fuggi il fiato del vento e la forza del freddo che ti vengono in contra — e molte altre cose simili, le quali non giovano manco che si faccino le medicine: la medicina aggiunge il conseglio agli rimedii. «Lo errore — dice egli — è cagione del peccare; li precetti non ci toglieno questo; non vincono le opinioni false del male e del bene». Concedoti che li precetti non sono da se stessi efficaci a rimuovere la mala persuasione dall’animo; non di meno, essendo aggiunti all’altre cose, giovano: prima, rinuovano la memoria, poi quelle cose che tutte insiemi piú confusamente si vedevano, essendo divise in parti, si considerano piú diligentemente: o vero, a questo modo, bisogna che tu dichi che le consolazioni e le esercitazioni sono soverchie; ma le non sono soverchie; adonque, né certamente le ammonizioni. «È cosa pazza — dice egli — dar precetti ad alcuno che faccia si come sano, essendo egli infermo e dovendosegli restituire la sanitá, senza la qual son vani li precetti». Ma che dirai tu che li sani e li infermi hanno alcune cose comune fra loro, delle quale debbono essere amoniti, sí come di non pigliare con troppo desiderio li cibi nocivi, che non si affatichino troppo? Il povero e il ricco hanno alcuni precetti comuni. «Sana — dice egli — la avarizia e niente arai per il che tu debbi ammonire o il povero o il ricco; e cosí il desiderio dell’uno e dell’altro si raffrenerá». Ma che dirai tu, che altro è non desiderar denari e altro è saperli usare? La misura de’ quali li avari non sanno e ancóra li non avari non sanno l’uso. «Togli via gli errori — dice egli — e gli precetti saranno soverchi». Questo è falso: pensa che sia rilassata la avarizia, pensa che sia ristretta la lussuria e messo il freno alla temeritá e dato il stimolo alla pigrizia e, poi che saranno rimossi li vizii, se deve imparare