Pagina:Doni, Anton Francesco – I marmi, Vol. II, 1928 – BEIC 1814755.djvu/16

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i marmi - parte terza 11


e tornava a veder me. Una volta fui forzato a rispondergli, perché, venuto di piazza e rimirandomi con gran dolore e cordoglio, gridò forte: — Tu mi pari ogni di piú bello, ma fatti pur bello a tuo posta, che tu non avrai sí bel luogo. — Io, per consolarlo, gli risposi súbito: — A me basta di meritarlo quel luogo meglio di lui, se ben la fortuna e la sorte v’ha condotto quello e per buona ventura m’abbia occupato il mio sito: datti pazienza, perché io non reputo manco meritare un seggio, non vi essendo, che esservi posto e non esser degno; anzi piú.— Il buon uomo a questa risposta si rallegrò tanto che fu per impazzare; e mi fu piú affezionato che mai.

Peregrino. Quest’è un caso non piú udito, che voi altri fiorentini facciate parlare i marmi; volete voi altro? che poche persone lo vorranno credere.

Fiorentino. Ciascuno creda a modo suo. Ma, oltre al favellare, che è cosa stupenda, egli s’impara ancóra qualcosa utile per noi: vedete che un pezzo di marmo ci ha fatto conoscere come talvolta noi non ci dobbiamo disperare se noi vediamo salire un uomo in qualche grado piú degno di lui. A questo proposito mi ricordo che Giovan Bandini, vedendo un soldato valente portarsi in molte scaramuccie mirabilmente, gli disse: — Perché non lasci tu i pericoli manifesti tentare a chi tocca de’ tuoi maggiori, senza far piú che il tuo debito? pensi tu forse che ti mettino per un segno celeste gli astrologi o fra le stelle ch’io mi voglia dire? E’ v’hanno messo un altro armato, sí che il tuo luogo è preso. — Per questo — rispose il soldato — non resterò io di acquistarmi il merito di quel luogo delle stelle con la mia virtú, se bene gli astrologi v’hanno posto un armato dipinto. —

Peregrino. Non voglio dire in questo punto quel che mi soviene alla memoria, anzi lo voglio tacere, né mi piace affermar quello che molti dicono, che tale è oggi posto inanzi da’ signori che non è degno e tale è inalzato che non lo merita; no certo, perché credo che ciascuno che viene all’altezza di qualche dignitá vi sia posto meritevolmente. Ma dirò bene, e