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26 i marmi - parte terza


venire in ragionamento e scoprirgli questo mio amore: e cosí feci e la pregai che mi aiutasse o consigliasse. Ella, quando ebbe udito quanto buono io avevo in mano, ch’era un non nulla, conobbe veramente che la gentildonna non era terreno da porvi vigna; pur disse: — Chi sa che costei non volesse piú tosto arrosto che fumo, come dir fatti e non parole. — E si risolvè che io l’acchiapasse fra l’uscio e ’l muro alle strette a solo a solo. Cosí mi diede il modo, e fu questo: — Tu farai — disse ella — vista d’andartene a Firenze e cavalca via alla scoperta, e la sera per lo sportello vientene qui, e io ti nasconderò in casa, e stara’ci tanto che la ci venga, come ella è solita, una volta: quando la sará in casa, mettegli le mani adosso o fa come ti vien meglio a taglio. — Cosí feci. Un dí, essendo in casa e in camera rinchiuso, e la vecchia, stando alle velette, a vederla venire, me lo fa intendere, ed ella si nasconde nel canneto dietro alla casa. La gentildonna viene ed entra liberamente dentro e cerca e chiama, e nessuno gli risponde; la fante si ferma su l’uscio e lei, come piú di casa, ne vien difilata difilata insino in camera. Come ella fu dentro, io, che era dietro all’uscio, la presi per un braccio. Oh gran cosa, grande certamente! La non temè e non si scosse o spaurí in cosa nessuna; anzi con quella sua grata cera, disse: — Il ben trovato! Oh come hai tu mai — disse ella ridendo — fatto tanto bene a lasciarti godere? — E, come aveduta e sagace gentildonna e che antivedde l’ordine in un súbito, seguitò il parlare: — S’io non dava — disse ella — l’ordine alla vecchia, tu non saresti mai stato da tanto di farmi un giorno lieta: pur tanto ho desiderato questo giorno che felicemente m’è succeduto. — Io, come amante afflitto, vedendola, aveva quella forza o quell’ardire che ha un pulcino né sapeva dir altro né che fare se non guardarla. Ella allora, conoscendomi mezzo vivo, mi fece animo con dirmi: — Ritorna in te, amoroso giovane, e aiutami cavare questo cangiante di dosso ché io voglio starmi buona pezza teco sul letto a sollazzarmi; aiutami sfibbiar qua sotto il braccio. — Io, súbito lasciatala, mi diedi, da queste parole assicurato, a sfibbiarla e cosí l’aiutai cavar la cotta. Io quando la