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VARIE E DIVERSE MATERIE

DETTE DAGLI ACADEMICI FIORENTINI E PEREGRINI

Essendo l’uomo debitore ai sapienti e agli ignoranti, è dovere che egli operi con quello che egli sa: ai dotti dia diletto, agli indòtti utile e all’uno e l’altro facci piacere.

Peregrini e Fiorentini.

Peregrino. Massimo fu padre d’un nostro academico Peregrino e si dilettava cavalcare superbi e bellissimi cavalli, ma sempre andava solo; poi, quando era a piedi, sempre aveva gran compagnia con esso. E in ogni cittá che egli andava, desiderava sapere a che fine si facevano tutte le cirimonie che egli vedeva publiche.

Fiorentino. Se fosse venuto in Firenze per san Giovanni, noi gli avevamo che dire un pezzo ed egli che domandare un altro.

Peregrino. Quando egli mangiava, perché era ricco cavalieri, sempre mangiava publicamente inanzi alla porta del suo castello, ed era lecito a ciascuno che non aveva da vivere, venire dentro e cibarsi e andar via, talmente che sempre pasceva una gran moltitudine di popoli.

Fiorentino. Ancóra gli antichi romani facevano il simile.

Peregrino. Sí, ma costui lo faceva per caritá, quei lo facevano (non, come dicono i loro scrittori, per farne partecipe i bisognosi) per superbia, grandezza e pompa. Ancóra, inanzi che egli andasse a tavola, faceva nel piú alto luogo del suo castello sonar trombe e pifferi, acciò che tutti i suoi suditi si rallegrassero che la mensa fusse per loro apparecchiata.