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i marmi - parte terza 69


RAGIONAMENTO DI SOGNI

DEGLI ACADEMICI PEREGRINI

Considerazione dell’uomo: quante sien diverse l’imaginazioni, le fantasie stravaganti e i casi varii di questo mondo.

Francesco pelacane e Michel sellaio.

Francesco. Lasciate dir chi vuole, che l’esser solo è una delle gran passioni che si possiln trovare; non è malattia, prigione, eremo o perdita d’amici e roba e parenti che la paragoni, se l’è solitarietá come è quella che io sognai.

Michele. Me ne fo beffe, s’io non me ne fo capace bene bene. Dite quella grande.

Francesco. Imaginatevi di trovarvi in questo mondo, che non ci sia altri che voi solo, solo, solo.

Michele. Avrei buon tempo.

Francesco. Udite; adagio. Io mi sognava d’esser solo in una cittá, non pensando che tutte fossero cosí, e quivi mi diedi a mettere insieme vestimenti stupendi, ragunai danari, gioie, anella, catene, medaglie, argenterie, lavori stupendi e cose che mi davano un’allegrezza e un contento grande; trovava da mangiar per tutte le case; per tutte le botteghe, composte, confezioni, carne cotta, e d’ogni sorte pasticci e il vino imbottato e il pan fatto; ogni notte andava a dormire in letti non piú da me usati. Oh che mirabil comoditá ritrovava io per tutto! pensatevelo voi! Tutte le casse erano aperte, tutti gli scrigni, tutti i forzieri e ciascuna casa; onde egli era talvolta che, a rimirar le stupende cose che io trovava, io vi stava a torno due e tre