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80 i marmi - parte terza


Stucco. E l’altro che tu hai sotto il braccio che libro è?

Sazio. Son cento lettere sopra le novelle.

Stucco. Debbono essere una bella cosa: deh, lasciamene lègger una.

Sazio. Leggi; io son contento.

Un barone, entrato in gelosia, in forma di frate confessa la sua moglie; la qual, vedutasi tradir dal marito, con una súbita arguzia, fa rimanere una bestia lui ed ella rimane scusata1.

«In un certo regno di questo mondo, per non far nome al luogo, avenne alcuni anni sono che un nobilissimo cavaliere, quasi un de’ primi baroni della corona, prese moglie giovane e bella, non meno di nobil sangue che conveniente al grado suo; e, godendosi felicemente insieme, era tanta e sí fatta l’affezione che si portavono l’uno all’altro che, ciascuna volta che ’l barone andava per alcun bisogno del re in paese lontano, sempre nel ritorno suo trovava o di mala voglia, quasi distrutta da’ pensieri, o inferma la sua bella consorte. Ora avenne una volta infra l’altre che dal re fu mandato il barone a Cesare per imbasciadore; e, dimorando piú del solito suo molti mesi, o per casi fortuiti che si fosse o per ispedire facende importanti o come si volesse, diede la sorte che la donna sua, dopo molti dolenti sospiri e lamenti, gli venne, nel rimirare gli uomini della sua corte, indirizzato gli occhi dove per aventura la non avrebbe voluto; e fu lo sguardo di tal maniera che fieramente d’un paggio molto nobile e costumato, il qual la serviva, senza poter fare riparo alcuno, s’inamorò. Onde, aspettato piú volte tempo commodo, senza trarre di questo suo amore motto ad alcuno, una sera gli venne a effetto il suo pensiero; perché, chiuso destramente la camera, fingendo di farsi porgere alcune lettere e leggerle, e con questa commoditá dato ardire al giovane di passar piú inanzi che non era ragionevole,

  1. Pur nella Seconda libraria, sotto Drusiano Battifolli [Ed.].