Pagina:Dopo il divorzio.djvu/242

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pianto tanto che non ne ho più voglia. Eppoi me ne andrò: non è possibile restar qui, dopo aver varcato il mare. Ebbene, datemi pure un po’ di caffè. Ma chi è che passa? — disse poi, animandosi nell’udire un passo nella spianata. — Non voglio che mi vedano! — S’alzò e socchiuse la porta.

Quando si volse aveva il viso mutato, ed un tremito gli agitava il mento. Disse con voce sottile, sempre più sottile:

— Sono passato di là, venendo qui. Non volevo passarci, ma mi sono trovato là senza accorgermi. Come, come posso rimaner qui?... ditelo... voi!

E si strinse le tempia con una mano, scuotendo disperatamente il capo. Poi si gittò per terra e si contorse e pianse con urli soffocati d’una violenza indescrivibile, come un toro preso al laccio e marcato col ferro rovente.

Il pescatore impallidì alquanto; ma non disse parola per calmare quell’uragano di dolore. Ah, finalmente riconosceva il suo Costantino!

XV.

Appena si sparse la voce del ritorno di Costantino, la catapecchia del pescatore si riempì di gente, e tutto il giorno fu un andirivieni di amici, di parenti, di persone che prima non avevano mai scambiato parola col poveretto, ed ora venivano, lo abbraccia-