Pagina:Dopo il divorzio.djvu/26

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ed il pubblico ministero ha chiesto i lavori forzati. Ma è un cane quel pubblico ministero? Ci son delle prove è vero, fu visto entrare Costantino di notte, in casa dello zio, che viveva solo come un uccello selvatico che era; si ricordò il passato: tutto questo è vero, ma prove non ci sono. Costantino si mostrò pieno di contraddizioni e di rimorsi: egli dice sempre queste parole: è il peccato mortale. Perchè devi sapere che egli è un buon cristiano, e crede d’essere stato colpito dalla sventura perchè visse con Giovanna prima di essersi sposati religiosamente.

— Ma ditemi una cosa...

— Aspetta. Aggiungi che sposati religiosamente, poi, si sono. In carcere, sì, in carcere, anima mia, figurati che cosa orrenda. Non ricominciare a piangere, Giovanna, altrimenti ti butto in faccia questa saliera. Eccola lì la sciocca! Tutti dicevano: no, no, non sposarlo; se egli è colpevole e viene condannato tu potrai sposarne un altro...

— Ah, come siete vili!... — urlò la giovine, con occhi fiammeggianti; ma lo sguardo acuto della madre si fissò sul suo ed ella tacque di nuovo.

— Lo dicevo io, forse? — chiese zia Bachisia. — No, lo dicevano gli altri, e lo dicevano per il tuo bene.

— Il mio bene, il mio bene, — si lamentò Giovanna, nascondendo il viso fra le mani. — Il mio bene è finito, è finito, è finito.

— Avete figli? — le chiese Paolo.

— Sì, uno. E se non ci fosse lui guai. Guai! Se Costantino verrà condannato e il bimbo non ci fosse,