Pagina:Dopo il divorzio.djvu/45

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che stava a cavalcioni in sella, mentre ella sedeva sulla groppa del cavallo — ma zia Bachisia vedeva, zia Bachisia udiva anche a spalle voltate, e oramai non ne poteva più.

— Senti, anima mia, — disse ad un tratto, mentre attraversavano il fondo della valle, fra grandi macchie di oleandri fioriti, — non potresti fare la carità di finirla? Perchè piangi? Non lo sapevi forse da molti e molti mesi?

Invece di finirla, Giovanna singhiozzò forte: allora zia Bachisia vedendo che i compagni di viaggio erano tutti lontani, si sfogò con voce bassa, rauca, che a Giovanna arrivava come da lontano, sfumata nel gran silenzio del luogo.

— Non lo sapevi tu, anima mia? possibile che tu sia così sciocca? Ha egli sì o no ammazzato l’avoltojo crudele? Sì, egli lo ha ammazzato...

— Egli non ha mai detto ciò — osservò Giovanna.

— Mancava soltanto che egli fosse così matto da dirlo, anche! Guarda un po’, anima mia, mancava ciò soltanto! D’altronde io ero certa che egli, un giorno o l’altro, avrebbe schiacciato l’avoltojo come si schiaccia la vespa che ci ha punto. Tu dici che Costantino è un buon cristiano? Anima mia, ora tu sai un po’ cosa sia l’odio. Ammazzeresti tu, sì o no, gli uomini che hanno condannato Costantino? Ebbene, egli ha ammazzato l’avoltojo, ed io lo compatisco, fino a un certo punto, perchè io conosco il cuore umano. Ma non gli ho perdonato, e non gli perdonerò mai la sua imprudenza. Ah, questo no, per amor di Dio! Egli aveva moglie e figlio, egli