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ma questi, col pugno suo d’acciaio, gli schiacciava la mano.
— Inutile, John Clay, vi tengo.
— Diffatti, lo sento, riprese l’uomo con una flemma imperturbabile. Ma almeno il mio compagno vi sfuggì.
— Non temete, sarà preso alla porta. Vi avevo pensato.
— La cosa fu preparata a meraviglia; abbiatevi i miei complimenti.
— Ve li ricambio per la vostra invenzione della lega dei Rouquins. Ben macchinata.
— Via, in cammino, disse Peter Jones. Vieni qui che ti leghi le manette, amico mio.
— Ehi, rispose Clay, pallidissimo, cercate essere più gentile; ho educazione e censo abbastanza per aver diritto ai vostri riguardi.
— Benissimo, sogghignò Jones. Sono agli ordini di Vostra Altezza, e quando ella vorrà, sarò felice d’indicarle il cammino della prigione.
— Questo tuono mi piace meglio, riprese Clay. Vi seguo.
E curvandosi con un saluto schernevole, il giovanotto sparve dietro il suo angelo custode.
— Questa storia mi ha molto divertito, concluse Holmes quando tutti tre, il signor Merryweather ed io ci ritrovammo in istrada. Questa lega dei “Rouquins” era una trovata! Mentre il nostro gioielliere copiava l’Enciclopedia, gli si minava la cantina! Quel bandito ha del genio; peccato si debba chiuderlo ora fra quattro mura!
Mi fece passare qualche buon momento, e mi tolse alla triste noia, che mi logora. Ora si deve riprendere l’esistenza quotidiana!
Ah! come la vita è stupida!