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Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/124

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102 Scola della Patienza

me, donec intrem in sanctuarium Dei, et intellegam in novissimis eorum. Io m’affatico indarno, sinche non entri nel Santuario di Dio, e dal fine, che essi fecero non intenda le cause, perche Dio perdoni à questi, e castighi questi altri; non le potremo mai capire à bastanza, sinche non ci sia lecito vedere nell’altro mondo questi valorosi soldati di Dio. Chiunque adunque si mette à considerare le pene disuguali de i mortali, dica pure insieme con quel Rè: Iustus es Domine, et rectum iudicium tuum. Voi sete giusto Signore, e ’l vostro giudicio è retto. Et io quando son punito, confesso d’haver ciò meritato mille volte. Perche poi siano castigati gli altri non tocca à me il dimandarne conto à Dio: Questo sò, che i Giuditij di Dio sono un profondo abisso; veglia sempre quell’occhio divino, e quando ti pensi ch’ei dorma,