si men robusta, saresti più sana, e intiera. Tù ti fidi (e sia ciò detto con tua pace) della tua robustezza, resisti al vento, e così sei vinta. Hai un nemico, che non sà cedere, e dalle forze ostili piglia sempre più animo, e se gl’aggiungono forze ogni volta, che con più valorosi combatte, e hà tanto più sicura, e certa la vittoria, quanto è più difficile pugna. Di qui è, che ’l vento atterra le più alte, e forti quercie, e si ride della sciocchezza di quelle, che in darno gli fanno resistenza. Io, essendo molto ben consapevole della fiacchezza mia, gli cedo, e vi sarà tal giorno, che ben seicento volte farogli riverenza con profondo inchino. Ne mi è cosa grave per conservarmi la vita, adorar anche mille volte al giorno, se tante bisognasse, un si potente nemico. Per tanto non s’hà da trattar qui con le forze, mà con la destrezza.