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340 | Scola della Patienza |
pestato nel mortaro, ò con la bocca masticato, quì mette fuori la sua acrimonia, e l’odor suo. E chi crederia già mai, che in un granello così picciolo stasse rinchiuso sì gran fuoco? Una tale fedeltà verso di sè richiede Christo da noi, che all’hora più, che mai mostriamo l’amor, che gli portiamo, e facciamo sentire l’odore della patienza nostra, quando siamo dalle calamità ben pesti, e triti. Poiche come dice S.Gregorio: Bonum, quod in tranquillitate sumitur, in tribulatione manifestatur. 1 Il bene che s’acquista nella prosperità, si mostra nella tribulatione.
a Luc. c. 22. 28. & seqq. b Senec. de provid. c. 4. c S. Hieron. to. 9 ep. 6. ad amic. aegrot. d Matth. c. 17.20. Luc. c. 17.6.
- ↑ S. Greg. l. 1. mor. c. 4