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Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/393

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Parte II. Cap. II. 369

infermità,1 e noi lo crediamo; come ancora, che non sia d’alcun nocumento alli scolari della Patienza il sentirle.

a Simon Maiol. in dieb. canic. collect. 4.


§. 4.

R

Acconta Horatio una bella cosa ed è, che un certo Opimio, ch’era un gran riccone, ma molto avaro, s’amalò gravemente, e gli venne un gran letargo; e già l’herede tutto allegro se n’andava correndo intorno alle chiavi, e alle casse. Vi erano alcuni, che procuravano bene ad ogni lor potere di tener desto il povero amalato con pungerlo, pizzicarlo, tirargli i capelli, e altri simili molestie, mà non c’era verso di cacciargli il sonno. Il medico, che ancor’egli cercava d’aiutarlo con quella diligenza, e fedeltà che poteva; fece mettere una tavola

  1. Galen. lib. 6. de medicam. facilib.