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Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/431

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Parte II. Cap. III. 407

si avvicinava la notte, quando l’Imperatore stando in gran dubbio di ciò, che havesse da fare, teneva gl’occhi fissamente alzati al cielo chiamandolo, e invocandolo con caldi, e ardenti sospiri ad aiutarlo. Et eccovi un prodigioso soccorso.a

Mentre Costantino tenea così divotamente, e con tanta sollecitudine gli occhi fissi in cielo vede, e osserva in quello una scrittura di Stelle, che così diceva: Invoca me in die tribulationis, et eruam te, et glorificabis me. b Invocami quando sarai tribolato, che io ti liberarò, e havrai materia di glorificarmi.

Restò da principio l’imperatore a sì sublime prodigio un poco attonito, e spaventato; ma sentendosi subito mutare quel timore in allegrezza, drizzò un’altra volta avidamente gl’occhi al cielo, dove di nuovo vide un’altro