Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
Parte II. Cap. IV. | 429 |
pra di noi i fulmini delle calamità, e quando siamo battuti dalla grandine di diverse miserie, e tribolationi: Poiche all’hora stiamo molto attenti, con le orecchie tese, e promettiamo liberalissimamante di far ogni cosa. Fà adunque adesso, che sei sano quello, che promettevi di fare quando eri infermo. Perche se Dio si mostra così teribile quando dà la legge, che s’hà dà osservare, quanto sarà più formidabile quando ne dimanderà conto, se l’haveremo osservata?
Hor qui io voglio far una dimanda. Quante volte di gratia, meditiamo noi attentamente le celesti delitie, e quegli eterni piaceri; quante volte ci mettiamo da dovero a pensare a quelle ardenti, e ultrici fiamme dell’inferno? Ahimè molto di rado, e di passaggio. Poiche dunque noi non ci mettiamo quasi mai a pen-