Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/585

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Parte II. Cap. VI. 561


Et quis est, qui nobis noceat, si boni aemulatores fuerimus?d E chi ci può far danno se noi saremo buoni emulatori? Già si sa per tutto il mondo quel bel detto di S. Gio. Chrisostomo: Nemo laeditur, nisi a se ipso.e Nessuno è offeso se non da se stesso. I Decij, gli Aureliani, i Neroni, i Domitiani, i Diocletiani, poterono ben uccidere quei valorosissimi campioni dei Vincentij, Sebastiani, Mauritij, Tiburtij, Giorgij, ma non poterono lor far danno alcuno. Li haverebbero offesi quando li havessero potuti privare delle celesti corone. Potè Valeriano arrostire un Lorenzo sopra la graticola; ma non gli potè già torre ne Christo, nè ’l cielo. Potè il furore, e la rabbia Ariana perseguitare per mare, e per terra un’Atanasio, mà non potè offendere, anzi col perseguitarlo gl’accrebbe mirabilmen-