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Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/63

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Parte I. Cap. II. 41

resti tù i fiori del mondo, già che si avidamente porgi le mano alle spine? Il medesimo S. Gio. Chrisostomo mentre dice: Si cum nos undique tristia circumeunt, tam libenter praesenti vitae immoramur: si nihil horum esset, quando unquam futura desideraremus? d Se quando d’ogni intorno ci assediano le miserie, stiamo si volontieri in questa vita; se non vi fusse alcuna di queste cose quando mai desideraremmo le cose future? Siamo tanto acciecati dall’amor proprio, che in cambio della sanità amiamo la medicina, in cambio del termine la vita, e in cambio del Creatore le creature. E quindi è, che Dio è forzato à mandarci più amare bevande, perche noi non beviamo la Posca, e l’assenzio in cambio di nettare, ne anteponiamo la terra al Cielo.

a Greg. lib. 22. mor. cap. 25. post