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Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/67

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Parte I. Cap. II. 45

netti Hebrei non stettero mai meglio, nè più delitiosamente,, che in quella fornace ardente: ne occorse mai loro cosa più honorata, che haver per compagno in quelle fiamme un’Angelo in forma visibile. Qual si voglia dunque, che vuol’esser contato tra i figliuoli di Dio, si mostri tale con queste generose voci. Dica pure intrepidamente: io sono afflitto, mà ciò sopporto pazientemente; stà bene: sono cruciato, mà volontieri per Christo; sono oppresso da calunnie, e false accuse, mà per Dio le sopporto allegramente: Benissimo: sono legato e arso, mà per il Cielo sopporto ogni cosa con fortezza; e devo desiderare, non che il fuoco non mi arda, mà si bene che non mi vinca. Voglio più tosto che Dio mi tenga nel suo campo co’ i suoi soldati in questa vita, che starmene in delitie. Perche sò molto bene, che ’l vitello,