Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/135

Da Wikisource.

tartaruga accovacciata sotto l'argine: nera, screpolata; ora l'abbiamo intonacata e restaurata un po', e, a poco per volta....

— Loro sono qui da molto? — chiese Zeffirino seguendo cogli occhi la tarchiata figura che si allontanava.

— La mia Innocenza è uscita solo da tre settimane dall' Istituto dove è stata allevata, — disse con fierezza Nanna.

— Si capisce dalla sua educazione! — notò galantemente il giovane barbiere. — Lei non è come la sua amica.

— Oh, quella là!... — fece Innocenza con disprezzo, e si mise a ridere.

Zeffirino si congedò.

Le due donne sedettero nel cortiletto.

— Vuoi cenare, Innocenza?

— Non ho fame, mamma. Restiamo qui ancora un poco.

L'ombra era calata sulle case, sui campi, Il fiume nero scorreva ai piedi della capanna, tacitamente.

All'improvviso la figlia chiese alla madre:

— Abitavi qui, tu, mamma, da ragazza?

Nanna alzò il capo con un fremito. Poi rispose a voce bassa:

— Sì, cara.

— E, dimmi, mamma, il tuo fidanzato come ti conobbe?

Nanna non rispose.

— ....Fu a passeggio, oppure fu qui, vedendoti fuori della porta a lavorare?... Raccontami.