Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/227

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e scherzosa. — Dite la verità, avreste avuto il coraggio di non avvicinarvi neppure per un piccolo saluto?...

— Temevo di essere di troppo questa sera.

— Di troppo, questa sera? E perchè?

— Mi hanno dato per certo il vostro fidanzamento col principe Ruffo....

— E voi ci avete creduto?

— Perchè non avrei dovuto crederci?... Sarebbe una bellissima alleanza ... — aggiunse il giovane dopo una pausa; e la piega ironica delle sue labbra si accentuò.

— Sì, l'alleanza di due vanità, se io fossi una donna per cui «tout prince est beau»! Voi dunque mi approvereste, se fosse vero?...

— Io non potrei approvare nè disapprovare....

— Ve ne disinteressate completamente, dunque? che sia o non sia vero vi è del tutto indifferente? — chiese ella con impeto. — Oppure mi consigliate?... Ditemelo, in tal caso! Non dipende che da me, e sono ancora in tempo....

— Non mi fate dire quello che non ho mai detto! — replicò il giovane bruscamente. — Io non consiglio nè sconsiglio nulla, ma credevo che la vostra famiglia lo volesse.

— E mi conoscete così male da supporre che io mi sposi secondo le imposizioni della mia famiglia?... Io mi mariterò....se pure mi mariterò....quando e come vorrò io.... secondo il mio criterio e il mio sentimento.... Non voglio essere un'infelice come mia madre! Saprò scegliere