Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/229

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un po' la corte.... Come mi trovate questa sera?

— Siete anche troppo bella! — mormorò egli con asprezza, quasi il constatarlo gli costasse pena e fatica.

— Ah!... — sospirò Valeria con occhi improvvisamente divenuti serî, — che m'importa di essere bella?... Vorrei piacere solo a quelli che amo.

Intorno si incominciava a notarli. La contessina di Monfalcone era un astro troppo fulgido perchè una sua prolungata eclissi non fosse presto osservata. Sentirono entrambi ad un tempo l'inopportunità di continuare il colloquio e lentamente rientrarono tra la folla. Il pittore Lollita sbarrò loro il passo.

— Dunque, caro De Renzis, il tuo quadro, un trionfo! I giornali sono pieni del tuo nome...

— I Sovrani l'hanno notato! — rincalzò Vallotti colla sua voce da basso profondo.

— E tu, perchè non ti sei fatto vedere all'Esposizione? Sei modesto come la violetta, o superbo come Lucifero? — chiese ridendo lo scultore Gargià.

— Non mi è stato possibile, — rispose De Renzis. — Sono stato tutt'oggi fuori di Milano....- e si sottrasse alle lodi con una fretta che poteva essere veramente modestia, o smisurato orgoglio.

Ma la vecchia duchessa Del Maino il cui salotto accoglieva tutte le notabilità dell'arte, della politica, della bellezza, gli si fece incontro con un raggiante sorriso.