Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/304

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che esaltavano i conforti della vita claustrale e si raccomandavano alle sue preghiere.

Una volta le avevano anche scritto che sua madre era passata a seconde nozze, e che suo fratello Antonio si faceva prete. Le due sorelle, Dorotea e Alice, non si erano sposate: non sapeva altro.

D'improvviso, allo spirare del decimo anno, le era giunta la notizia della morte di sua madre, e, nell'infuriar del dolore, aveva scritto al fratello prete una lettera in cui si riassumevano tutte le sue torture, un disperato appello di liberazione. Egli aveva risposto poche righe tranquillizzanti di cui Adelaide aveva afferrato un solo senso, una sola parola, incredibile, insperata, ma pur vera: veniva a prenderla! la liberavano!

Non era un sogno?

Spogliatala della veste e delle bende le avevano fatto indossare un abituccio di lana nera, e in gran silenzio, in gran mistero, l'avevano mandata ad aspettare il fratello in un piccolo convento a poche miglia dal suo paese natio.

Ella lo aveva aspettato colà, segregata dalle altre suore, vigilata dalla zoppa monaca infermiera che le rivolgeva sospettosamente le parole necessarie.

Un giorno, sull'imbrunire, le avevano fatto scendere le scale, avevano aperta cautamente la porta piccola che non mandava cigolii, e l'avevano messa sulla strada.