Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/315

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Ripeteva a sè stessa, coll'ingenuo abbandono d'una bambina:

— Antonio ha promesso! Antonio ha promesso!

Quando scoccarono le dieci all'orologio della sala, cominciò lentamente a spogliarsi, seduta sul letto, alla luce verdastra del lumicino ad olio, indugiando distratta fra un bottone e l'altro per inseguire la dolcezza del suo pensiero.

— ...Come era stata gentile la buona cugina! e la figliuola, com'era affabile ed espansiva!... e che bei capelli aveva! e che vestito elegante! Doveva essere ben contento quel fidanzato!...

Improvvisamente Adelaide rivide i due chinarsi, sfiorarsi la mano, guardarsi a lungo.

Si sentì di nuovo arrossire fino alla radice dei capelli; appoggiò la testa sul cuscino, rimase immobile, ad occhi semichiusi, mezzo svestita com'era, tentando languidamente di scacciare l'imagine voluttuosa che giganteggiava nel silenzio della cameretta, nel deserto della sua anima. Alfine ripigliò a spogliarsi rapidamente, quasi infuriando contro sè stessa, spense il lume, si cacciò sotto le coltri.

E le preghiere?

Ella le aveva dimenticate.... Cominciò a mormorarle macchinalmente interrompendosi ad ogni istante.

— Ave Maria....

Ah! la cattiva imagine la turbava fin nel profondo!

— Gratia plena....