Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/36

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— non per impararne gran cosa, ma almeno quelle frasi fatte che cadono ad ogni passo nella conversazione abituale.... Non saprei....«Le jeu ne vaut pas la chandelle; Honny soit qui mal y pense; A tout seigneur tout honneur....» Capisci?... Per poterle poi dire con noncuranza quando ne capita l'occasione....

Non ci voleva che la testa vuota del contino Folco per progettare di far insegnare il francese a una che non sapeva neppur l'italiano, che a stento correggeva le ruvide cadenze del dialetto natìo con uno sforzo continuo ch'era un martirio; ma Rosa non si era opposta, anzi aveva ringraziato, e la maestra aveva incominciato a venire da Udine due volte la settimana. Una svizzera dura e stecchita col cappellino alla Lobbia e la penna di gallo, che non guardava mai in viso la scolara, e le faceva ripetere all'infinito:

— La rose — la rosa. La fleur — il fiore. La mort — la morte. La faim — la fame. Plus de nez, plus de nez, madame la comtesse!

— ....Avete mai tentato, figlia mia, di farvi accompagnare alla chiesa dal conte Folco quando vi ci recate per le vostre devozioni? — bisbigliava don Evaristo nella penombra del confessionale. — L'influenza di una giovane sposa è grande sull'animo del marito, e se voi voleste....

— Rosa di maggio, — le diceva il dottor Fabrizi quando gli riesciva di coglierla sola, sulle scale, o in giardino, — siete felice? Vi trattano bene?