Pagina:Due novelle aggiunte in un codice del MCCCCXXXVII.djvu/74

Da Wikisource.
54

naccorso vedendo la sua soprastanza dubitava forte che ’l male ritornato non gli fusse, o altra disavventura incontrata, e però l’avea mandato a lui per saperne novelle. A cui egli rispuose (dopo il ringraziare) che per la grazia di Dio istava bene, e che del tutto gli pareva essere guarito, e che ’l bagno gli avea fatto gran prò, e però gli era tanto soprastato, e che ancora stare vi volea quattro o cinque dì; e desinato ch’egli ebbero, Michele partendosi gli disse: Bonaccorso mi disse ch’io vi dicessi che voi non vi scordassi il fatto che da Siena a recare avete. A cui rispuose, che bene l’avea a mente, e che fatto sarebbe. Tornato Michele a Firenze, subito fu a Bonaccorso, e dissegli come trovato l’avea e la risposta che fatto gli avea, e soggiunse avergli udito dire una messa con tanta riverenza e divozione, come che mai alcuna udita n’avesse, nè che più a ben fare il disponesse: e per certo io non vidi mai chierico di tanta riverenza nè di tanta umiltà quanta è in costui.