Pagina:Due novelle aggiunte in un codice del MCCCCXXXVII.djvu/79

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morto: ma io v’avviso ch’egli è guarito e sano e chiaro e fresco più che fosse mai; e se voi non me gli date, egli verrà qui e faravvi quella vergogna che voi meritate. Che voi diciate che sia bugiardo e fraschiere, voi dite grande villania, però ch’egli è uno dritto e leale, onesto e savio chierico: e facciovi assapere che l’è grandissimo amico di Bonaccorso di Lapo Giovanni, e se bisogno sarà, egli verrà insino a qua con lui per questo fatto, e seragli fatto ragione in questa terra, chè ci ha di molti amici, e sapete quanta fede gli è data per tutti i sanesi. E questo disse Michele perchè Bonaccorso era suto più volte a Siena ambasciatore del suo Comune, e teneva grande amicizia con sanesi, e massimamente con quelli dello Stato; sicchè per questo si pensò ispaventare il frate. E il frate gli rispuose quello medesimo che di prima detto avea. Michele partitosi assai nell’animo turbato, diede l’altre lettere, e messosi in punto per tornare a Firenze, ritornò un’altra