Pagina:Due novelle aggiunte in un codice del MCCCCXXXVII.djvu/88

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naccorso, uomo tanto savio, accorto e avveduto, che avanzava gli altri uomini, che per un poco di cupidigia di possedere tre anni fiorini ottocento d’oro con alquanto di vana speranza che gli rimanessero in tutto o in parte, che perdesse sì il conoscimento, che non vedesse quello che vedere dovea uno orbo? - Che diremo noi del Fulla, che per la speranza della promessa del chierico gli prestasse fiorini XVIII? Certo dirò che fosse molto più la speranza di Bonaccorso e la fidanza delle parole del chierico e la fede da lui presa, che quella del Fulla. - E che diremo del povero prete idiota e rozzo fuori del suo officio?, che avendolo tenuto nella sua povera casa tanto tempo, e ono-

    piacere: e accozzate tutte queste cose insieme, Buonaccorso medesimo disse ordinatamente questa novella a chi udire la volea.
    Se mi domandassi, di che lingua era questo mess. Giovanni, non so; ma secondo il suo parlare mostrava d’essere delle parti di Guascogna: ma ben parlava d’ogni linguaggio, come in taglio gli veniva.»