Pagina:Dumas - Il tulipano nero, 1851.djvu/146

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che sono chiusi in quella masserìa. Dacchè ho ricevuto la vostra lettera, che non ho potuto leggere, ahimè! ma che mi ha letto la vostra balia, sono corsa dalla mia zia; là sono rimasta fino a che il principe venne alla cascina, e appena vi giunse, gli domandai, che mio padre fosse promosso dalle sue funzioni di primo soprastante della prigione dell’Aya a quello di carceriere alla fortezza di Loevestein. Ei non sospettò affatto del mio fine; che se lo avesse anche trapelato, forse me lo avrebbe recusato, ed invece me lo concesse.

— Di sorte che eccovi qui?

— Come vedete.

— Di modo, che vi vedrò tutti i giorni?

— Il più spesso che potrò.

— O Rosa! mia bella Rosa! disse Cornelio; voi dunque mi amate un poco?

— Un poco... diss’ella, oh! voi non siete troppo esigente, signor Cornelio.

Cornelio le stese passionatamente le mani; ma le sole loro dita poterono toccarsi a traverso la ferrata.

— Ecco mio padre! disse la giovanetta.

E Rosa lasciò prontamente la porta e si lanciò verso il vecchio Grifo, che appariva in cima alla scala.


XV


Il Carceriere.


Grifo era seguito dal mastino, che facevagli fare la sua ronda perchè all’occasione riconoscesse i prigionieri.