Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
192 |
Grifo digrignò i denti e tagliò corto, rispondendo:
— Eccovi la vostra colezione.
— Grazie, amico Cerbero; viene a tempo, che ho una gran fame.
— Ah! voi avete fame? disse Grifo.
— Toh! perchè no? domandò Van Baerle.
— Pare che la cospirazione cammini, disse Grifo.
— Qual cospirazione? dimandò Cornelio.
— Buono! so quello che mi dico, ma staremo con tanti d’occhi, signor sapiente; state tranquillo: sì con tanti d’occhi.
— Così va fatto amico Grifo! così va fatto! La mia cospirazione come pure la mia persona è ai vostri comandi.
— Si vedrà a mezzogiorno, disse Grifo, e escì.
— A mezzogiorno, ripetè Cornelio, che cosa vuol dire? Via, aspettiamo mezzogiorno e vedremo.
Gli era facile aspettare mezzogiorno: aspettava le nove ore.
Battè mezzogiorno, e s’intese per le scale non solamente il passo di Grifo, ma il passo di tre o quattro soldati che salivano con lui.
Si aprì la porta, Grifo entrò introducendo gli nomini, e chiuse l’uscio dietro a loro.
— Via! ora perquisiamo.
Fu cercato nelle tasche di Cornelio, tra l’abito e la sua sottoveste, tra la sottoveste e la camicia, tra la camicia e la carne: non fu trovato niente.
Fu cercato dentro le lenzuola, dentro le materasse, dentro il saccone: non fu trovato niente.
Quanto allora felicitossi Cornelio per non avere