Pagina:Dumas - Il tulipano nero, 1851.djvu/45

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dietro, facendo fronte fino all’ultimo momento alla canaglia briaca, che guadagnava terreno a misura che il cavallo del capitano abbandonavalo.

Come si vede, Giovanni de Witt non aveva punto esagerato il pericolo quando, aiutando suo fratello ad alzarsi, pressavalo a partire.

Cornelio scese dunque, appoggiato al braccio dell’ex-gran Pensionario, la scala che conduceva nella corte.

Appena sceso trovò la bella Rosa tutta tremante.

— Oh! signor Giovanni, diss’ella, che guaio!

— Che c’è dunque, mia ragazza? domandò il de Witt.

— C’è che si dice siano andati a cercare all’Hoog-staart l’ordine per fare allontanare la cavalleria del conte di Tilly.

— Oh! oh! fece Giovanni. In effetto, o mia ragazza, se se ne vadano i cavalieri, la nostra posizione è cattiva.

— Però avrei un consiglio a darvi.... disse la giovinetta tutta timorosa.

— Dàllo, mia ragazza. Qual meraviglia che Dio mi volesse parlare per tua bocca?

— Ebbene! signor Giovanni; io non me ne anderei per la strada principale.

— E perchè no, se lo squadrone del Tilly è sempre al suo posto?

— Sì, ma fintanto che non sia rivocato, l’ordine è di restare davanti la prigione.

— Senza dubbio.

— Ne avete nessuno che v’accompagni fuori di città?