Pagina:Dumas - Il tulipano nero, 1851.djvu/59

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ognuno volle dargli un colpo di mazza, di spada o di coltello; ciascuno volle la sua goccia di sangue, ciascuno un brano del suo vestito.

Poi, quando ambedue furono morti affatto, sbranati, spogliati, il popolaccio strascinolli nudi e sanguinanti a una forca improvvisata, dove furono sospesi pei piedi da carnefici dilettanti.

Allora arrivarono i più vigliacchi che, non avendo ardito colpire la carne viva, spezzettarono la carne morta; e poi andarono a vendere per la città quei piccoli pezzetti di Giovanni e di Cornelio a dieci soldi l’uno.

Noi non possiamo affermare se a traverso la fessura della imposta il giovine vedesse la fine di questa terribile scena; ma nel tempo stesso che appendevansi alla forca i due martiri, egli traversava la folla ormai troppo occupata della gioiosa bisogna ch’ella andava a compire per occuparsi di lui; e guadagnava il Tol-Hek sempre serrato.

— Ah! signore, esclamò il portiere, che mi riportate la chiave?

— Sì, mio amico, eccola, rispose il giovine.

— Oh! gli è una gran disgrazia, che non me l’abbiate riportata una mezza ora prima, il portiere soggiunse sospirando.

— E perchè? domandò il giovine.

— Perchè avrei potuto aprire ai signori de Witt, i quali avendo trovata la porta chiusa, sono stati obbligati a tornare indietro, per cui sono caduti in mezzo di quelli che perseguitavanli.

— La porta! la porta! gridò una voce che sembrava quella di un uomo che avesse furia.