Pagina:Ecce Homo (1922).djvu/107

Da Wikisource.
112 ecce homo

i) Il crepuscolo degli idoli.

Come si fa della filosofia a colpi di martello.



1.


Questo scritto, che non arriva a 150 pagine, sereno e fatale nell’intonazione — un demone che ride — scritto in così pochi giorni ch’io esito a dirne il numero, è fra i libri, una vera eccezione: non c’è nulla di più sostanzioso, di più indipendente, di più rivoluzionario: di più cattivo. Se si vuol farsi rapidamente un’idea del modo com’erano capovolte tutte le cose, prima di me, si cominci da questo scritto. Ciò che sulla copertina è chiamato idolo è semplicemente quello che finora s’è chiamato verità. Crepuscolo degli idoli; in lingua povera: la vecchia verità s’avvicina alla sua fine....


2.


Non c’è realtà, non c’è idealità che non sia toccata in questo libro (toccata: che prudente eufemismo!.....) Non solo gli idoli eterni, ma anche i più recenti, e, conseguentemente, i più caduchi: «le idee moderne», per esempio. Un gran vento soffia tra gli alberi e da per tutto cadono a terra delle frutta: delle verità.