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Pagina:Ecce Homo (1922).djvu/44

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perchè sono tanto accorti 49

per scopi negativi. E perdurando la necessità di difenderci possiamo diventare tanto deboli da non poterci più difendere affatto.

Ammettiamo che io, uscendo di casa, trovassi invece della silenziosa e aristocratica Torino, una piccola città tedesca: il mio istinto dovrebbe rinchiudersi in sè per respingere tutto ciò che lo incalzerebbe da quell’ambiente triviale e rammollito. Oppure, troverei la grande città tedesca, questa creazione del vizio, dove nulla cresce spontaneamente, dove ogni cosa, buona e cattiva, è importata a fatica. Non dovrei diventarvi un porcospino? Ma l’avere aculei è uno spreco, è a dirittura un doppio lusso, quando si può benissimo non averne, tenere le mani aperte e tese.....

Un’altra misura di prudenza e d’auto-difesa consiste nel reagire il più raramente possibile e nel sottrarsi a situazioni e a condizioni in cui si sarebbe condannati a sagrificare la propria «libertà», la propria iniziativa e a diventare dei semplici organi reagenti. Prendo come termine di confronto il modo come adoperiamo i libri. Il dotto che, in fondo, non fa altro che rimescolare dei libri — un filologo di mediocri attitudini circa 200 il giorno — finisce col perdere completamente la facoltà di pensare da sè. Se non rimescola libri, non pensa. Quando pensa, egli risponde ad uno stimolo — un pensiero scritto; infine, non fa altro che reagire. Il dotto impiega tutta la sua forza nel dire «sì» o «no», nel criticare ciò ch’è già stato pensato; quanto a lui, però, non pensa più..... L’istinto dell’auto-difesa gli si è indebolito; altrimenti si difenderebbe dai libri. Il dotto è un decadente. L’ho visto coi miei proprii occhi: nature intelligenti, ricche, libere, già a 30 anni rovinate dal gran leggere, ridotte a dei semplici fiammiferi che devono essere sfregati perchè dieno scintille, cioè «idee». La mattina presto, all’alba, nella piena freschezza, nell’aurora delle proprie forze, mettersi a leggere un libro! Per me, questo è un Vizio!


4. — Nietzsche. Ecce Homo.