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debolezze femminili che s’erano infiltrate in me fu scritto, nelle sue parti essenziali, a Sorrento; ebbe la sua chiusa, la sua forma definitiva a Basilea, durante un inverno, in condizioni assai più sfavorevoli che quelle di Sorrento. In fondo, è il signor Pietro Gast, allora studente all’università di Basilea e molto affezionato a me, che ha sulla coscienza questo libro. Io dettavo, col capo legato e addolorante, egli scriveva, correggeva, era insomma il vero scrittore mentre io non ero che l’autore. Quando finalmente, ebbi tra mano il libro compiuto — con grande meraviglia d’un malato grave com’ero io — ne mandai, fra altro, due esemplari anche a Bayreuth. Per un miracolo d’intelligenza del caso, nello stesso tempo ricevetti un bell’esemplare del «libretto» del Parsifal con questa dedica di Wagner: «Al suo caro amico Federico Nietzsche, Riccardo Wagner, consigliere ecclesiastico». In quest’incrocio dei due libri, mi parve di sentire qualcosa di fatidico. Non era, quasi, il rumore di due spade che si incrociassero? Ad ogni modo n’ebbimo tutti e due l’impressione: poichè tutti e due tacemmo. In quest’epoca apparvero i primi numeri dei «Bayreuther Blätter» compresi per che cosa era stato ormai tempo. Incredibile! Wagner era diventato, pio.......


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Del modo come la pensavo allora (1876) sul conto mio, della prodigiosa sicurezza con cui mi rendevo conto del mio còmpito e dell’importanza storica di esso, è testimonio il libro intero, ma sopra tutto un passo molto significativo: soltanto, per un’astuzia istintiva in me, evitai anche qui la parola «io» e questa volta, invece di Schopenhauer o Wagner irradiai d’una gloria che diverrà storica un amico mio, l’ottimo dottor Paolo Rée; fortunatamente era una bestia troppo fine, per... Altri furono meno fini d’intelligenza: o fra i miei lettori dei casi disperati — per esempio il tipico pro-