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406 | la vita italiana nel settecento |
all’immensa autorità di cui godeva il Newton. Il Göthe, nella sua teoria dei colori, chiama il Grimaldi versato in tutte le sottigliezze della dialettica, e giudica poco serio il di lui lavoro.
Del resto quanto possa l’autorità di un uomo per ribadire degli errori ed arrestare per un certo tempo il progresso, se anche non ne avessimo avuto un grande esempio in Aristotile, ne avressimo uno nel Newton.
Nel 1690 Huyghens dà alle stampe il suo “Trattato sulla luce„. In esso, per ispiegare il fenomeno della doppia rifrazione ricorre alla teoria delle ondulazioni, e tanto, e sì profondamente la svolge da poter render ragione colla stessa di tutti i fenomeni ottici allora conosciuti. Ebbene, il lavoro dell’Huyghens, per quanto profondo e persuasivo, rimase affatto dimenticato. Nè valse a tirarlo dall’oblio l’autorità dell’Euler che dal 1746-1752 prese a difendere la teoria delle ondulazioni. — Nel 1801, Young, facendo meglio risaltare il principio delle interferenze luminose, la sviluppa ancora più ampiamente. Ma perfino il suo lavoro rimase non curato. Solo noi 1815 riuscì a Fresnel, sostenuto da Arago, contro Biot e Poisson, partigiani del Newton, di rivendicare la teoria delle ondulazioni; illustrandola colla famosa esperienza degli specchi, che portano il di lui nome, e sviluppandola al punto