Pagina:Economisti del Cinque e Seicento, Laterza, 1913.djvu/155

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deve tenere il nome. E, resplendendo non solo per la sua illustrissima prosapia, ma per le qualitá, accennate fra pari suoi come il sole fra le stelle, meritamente dalla Maestá cattolica se l’è confidato e confidano li piú importanti carrichi che abbia nel suo grandissimo dominio, conoscendo che non solo per quella debba esser mantenuto il retto governo e quiete publica, ma reformato ogni disordine ed errore che si ritrovasse ne’ suoi popoli. Cosí come con ogni vigilanza attende che, in quanto si può, si riformi il culto della giustizia, cresca l’abbondanza del vivere, si conservi la pace, svellendo li turbatori di quella, protegendo l’infimi, con il timore ne’ grandi, cercando provedere a qualsivoglia disordine picciolo o grande che si ritrovi in detto Regno. Come al presente con esquisita diligenza, congregando consegli ed erigendo nuovi tribunali, cerca di sollevare il povero Regno da quel peso che l’ha posto al fondo e non lo lascia respirare né goder quello che la natura l’ha dato, e fattalo diventare peggiore assai dell’altre parti d’Italia, dico di sollevarlo dall’immenso debito che tengono tutte l’universitá, che per la grandezza di quello par senza remedio, in tanto che d’ogni ora va moltiplicando, e, se non si ripara, bisognará a non poche di dette universitá abbandonar la propria patria e abitare altrove. Qual male non solo si è sparso per tutto il corpo a guisa di lepra, ma maggiormente abbonda nella cittá che ne è capo, al che forse saran gran parte di riparo le provisioni che si aranno da fare, che causaranno l’abbondanza della moneta in detto Regno, che non solo giovaranno per il pericolo predetto, ma ancora che non abbondi di tanti furti e assassinii piú di qualsivoglia parte d’Italia. Restará dunque servita l’Eccellenzia Vostra, con quella solita umanitá, con la quale non sdegna anzi accetta quella picciolissima offerta delli duoi minuti della povera vedova, non sdegnare di legere, qualunque si sia, questa mia opera, la quale trattando materia grande e nuova, per li defetti che vi sono la defenderá l’una e l’altra qualitá. La prima, per non posserla supportare ingegni piccioli, che di sotto non vi caschino; e la seconda, per non permetterli guida, e, bisognandoli farsi essa la strada, non sará maraviglia