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capitolo i 153

PARTE PRIMA


CAPITOLO I

Delle cause per le quali li regni possano abbondare d'oro e argento.

Quanto importi, cosí a rispetto di popoli come a rispetto di prencipi, un regno abbondare d’oro e argento, e quanto beneficio causi, e che sia occasione potente di non fare commettere molti delitti, ancorché alcuni con loro capricci vogliano il contrario, non mi è parso discorrerlo al presente; e cosí ancora quanto danno apporti esserne povero: parendomi che da ognuno, se non distintamente, almeno in confuso s’intenda. Perciò, avendola per proposizione provata, e che coloro che tengono la contraria opinione debbano essere inviati in Anticira, si tratterá delle cause che ciò possano producere, le quali se divideno in due spezie, cioè naturale e accidentale. La naturale è di una sola maniera, cioè quando nelli regni vi sono miniere d’oro e argento; e, dove è questa causa, bisogna al prencipe fare diversa provisione nel suo regno da quella che faria si non vi fosse. Della quale non intendo trattare, per non esservi detta causa nel nostro Regno, né meno in tutta Italia, dove non si essercita altra miniera di detti metalli, fuorché in Saravez dal granduca di Toscana. Si tratterá dunque de le cause accidentali, per posser quelle applicare principalmente nel nostro Regno e in tutta l’Italia, acciò, data comparazione di cose simili e opposite, nelli medesimi accidenti si vegga meglio la veritá.