Pagina:Economisti del Cinque e Seicento, Laterza, 1913.djvu/177

Da Wikisource.

parte prima - capitolo x 167


Che l’accidenti predetti vi siano, per li primi doi non m’occorre fatigare di provarli, per essere noti a chi vi è stato e a chi non vi è stato; e il terzo deve esser noto dall’effetto, poiché, come si è detto, la provisione di chi governa è come causa agente che move, può causare e conserva gli altri accidenti, ed è quella che regge l’ordine, senza il quale non può stare bene cosa alcuna nel mondo, come la confusione, contraria all’ordine, produce ogni cosa mala ed è una delle miserie che si trovano nell’inferno. E di modo stan ben disposti detti accidenti in detta cittá, che somministrano introito tale, che, levatone l’esito predetto, la rendono abbondante piú di qualsivoglia altra cittá, non solo d’Italia, ma d’altri luochi dove sono miniere d’oro e argento. E la disposizione è tale, che l’uno giova e migliora l’altro: poiché il trafico grande aiuta e migliora l’accidente dell’artifíci, quelli moltiplicando; e la multiplicazione e miglioranza dell’artifíci aiuta e migliora il trafico. E cosí la provisione di coloro che governano mantiene e regge in loro bene essere questi accidenti, togliendo l’impedimenti che per l’occorrenze possono succedere, e similmente dando occasione ognora che gli artéfici e mercatanti, che vi sono, continuino li loro artifíci e mercanzie, e ancora dall’altra parte ve ne concorrano, col somministrare loro ogni commoditá, disponendo diverse cose a rispetto cosí dell’uno come dell’altro, con altre provisioni, che possono causare altre e diverse occasioni, secondo le diverse occorrenze.

Se bene, circa l’accidente del trafico e provisione di chi governa, detta cittá tiene alcune specialitá piú degli altri luochi dove si volessero introdurre detti accidenti, avendo, a rispetto del trafico, il sito, come si è detto di sopra, e, a rispetto della provisione de chi governa, vi è questa specialitá: che sempre si può dire il medesimo governo. Lo che non è stato mai in altre signorie e republiche, dove potria succedere questa continuazione: ché nelli regni non può durare un governo medesimo piú d’anni cinquanta incirca, quando vi risiede il prencipe, e che da principio insin al fine fusse stato del medesimo sapere e giudizio e conosciute le medesime esperienzie; ma, dove non