Pagina:Economisti del Cinque e Seicento, Laterza, 1913.djvu/249

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PROEMIO

L’accrescimento, che vanno facendo a poco a poco i popoli al valore delle monete contro ogni divieto de’ loro principi, è un’infermitá politica de’ Stati, che dal Bodino è chiamata, nel suo libro Della repubblica, «iiíorbiis iiunmiaricus». Io non saprei a quale fra le malattie del corpo meglio rassomigliarla, che a quei mali cutanei, che, con perpetuo incomodo della persona, non solo ci deformano la pelle e ci tengono in continua agitazione, ma, penetrando qualche volta piú addentro, c’infettano fin nelle viscere il sangue, con pericolo della vita, rendendoci frattanto tardi ed impediti all’altre funzioni. E veramente sono queste infermitá, non meno nel corpo umano che nel politico, come dipendenti da cause occultissime ed oscurissime da intendere, cosi difficilissime e pericolose da curare. Ma tanto maggiormente in un corpo politico, perché quei pochi, che ne comprendono le ragioni ed a’ quali ricorrono quasi forzatamente i principi per medicamenti, sono per lo piú quegli stessi, interesse privato de’ quali si è che il male pubblico si mantenga. E veramente, se i principi e loro ministri e magistrati ben intendessero queste materie, non tanto dififícili per loro natura quanto per la scarsezza d’autori che con ordine e chiarezza le abbiano spiegate, non avrebbero bisogno di valersi alle loro consulte di persone interessate nel danno del pubblico, che, mal consigliandoli, cagionassero quegli errori di governo, da cui discendono gli umori peccanti piú contumaci di questa infermitá, che pur troppo, con danno e lamento de’ popoli, ha infestato in questi ultimi tempi e va tuttora infestando non solo i felicissimi Stati veneti, ma ancor quelli della Chiesa, Toscana,